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Che cos’è la sindrome del tunnel carpale

Che cos'è la sindrome del tunnel carpale


La Sindrome del tunnel carpale (STC) fa parte delle cosiddette "sindromi canalicolari" e consiste nella compressione del nervo mediano al suo passaggio sotto il legamento trasverso del carpo a livello del polso. E' la sindrome canalicolare più frequente e da sola rappresenta circa il 90% di tutte le sindromi canalicolari. E' spesso bilaterale e nel 70% colpisce il lato dominante. Alcune tipologie di lavoro possono influire come fattore determinante.


A cosa è dovuta?
Nel 70% dei casi è idiopatica, vale a dire non si riesce ad identificare le cause scatenanti. Nel restante 30% dei casi può essere dovuta a diabete, malattie reumatiche (artrite reumatoide), ipotiroidismo, gravidanza e fratture del polso. E' riconosciuta come malattia lavoro-correlata.
Come si sviluppa?
La STC si verifica per un aumento del volume delle strutture che passano nel canale carpale e che determinano la compressione del nervo mediano contro il legamento trasverso del carpo oppure può essere determinata dall'ispessimento del legamento trasverso del carpo che va a comprimere il nervo mediano. Il nervo mediano sotto l'effetto della compressione degenera progressivamente dando origine a dolore, parestesie e diminuzione della forza nella mano.
Come si manifesta?
La STC causa fastidio, dolore e sensazione di ridotta sensibilità alla mano (che può essere riferita alle prime tre dita ed alla metà radiale del IV dito) ed a livello dell'avambraccio. La STC determina inoltre l'insorgenza di parestesie (sensazione di formicolio) alla mano. I sintomi si aggravano durante la notte ed il paziente può trovare sollievo nell'agitare la mano. Il paziente riferisce spesso una riduzione della forza nella mano e lamenta che gli oggetti gli sfuggono di mano.
Come si fa la diagnosi?
Alla diagnosi si giunge attraverso una accurata anamnesi, con l'esecuzione di test clinici (segno di Tinel, test di Phalen, etc.) e con l'esame della muscolatura tenare. L'accertamento strumentale che conferma la diagnosi clinica è l'elettromiografia.
Stadiazione della malattia.
1° stadio: sintomi presenti da meno di un anno, EMG negativa o lievemente positiva.
2° stadio: sintomi più gravi associati a debolezza muscolare ed atrofia della muscolatura tenare. EMG positiva
3° stadio: grave atrofia della muscolatura tenare con funzione compromessa del nervo
Come si cura la STC?
Nelle fasi precoci del 1° stadio il trattamento della STC è conservativo di tipo farmacologico (acido alfa lipoico, vitamine del gruppo B, etc.) e fisioterapico. Può essere di giovamento l'utilizzo di tutori che riducono la compressione sul nervo. Nelle fasi più avanzate il trattamento è chirurgico.
Quando bisogna eseguire l'intervento chirurgico?
Bisogna evitare il rischio che il nervo mediano, compresso troppo a lungo, vada incontro ad una degenerazione irreversibile. Pertanto una volta eseguita correttamente la diagnosi, bisogna eseguire l'intervento chirurgico qualora la STC al 1° stadio non risponda alla terapia conservativa e tenda a peggiorare oppure se la STC esordisce già con un grado di compressione elevato.
In cosa consiste l'intervento?
L'approccio più moderno alla terapia chirurgica della STC consiste nella decompressione con tecnica mini-invasiva del nervo mediano. Nella fattispecie, attraverso una piccola incisione a livello della plica flessoria del polso, viene aperto il legamento trasverso del carpo liberando il nervo mediano. Il nervo può così avviarsi verso la ripresa funzionale con la regressione della sintomatologia (dolore e parestesie) e ripresa della forza.